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MASSIMO BONAFIN

IL COMICO, IL SACRO, L’OSCENO

dal medioevo, intersezioni inattese e attraversamenti pericolosi che illuminano con nuove luci e prospettive quanto il pensiero moderno ritiene distinto e disunito una volta per tutte.

intervengono
SIMONA ANTOLINI, MARINA MONTESANO,
MAURO DE SOCIO, SALVADOR SPADARO

a cura della casa editrice EUM dell’Università di Macerata

QUANDO

3 maggio | 17,30

DOVE

SALA CASTIGLIONI
BIBLIOTECA MOZZI BORGETTI

COME

Ingresso libero senza prenotazione fino ad esaurimento posti

Massimo Bonafin: già docente dell’Università di Macerata, è attualmente professore ordinario di Filologia romanza presso l’Università di Genova. I suoi interessi scientifici si concentrano in particolare sulla teoria della letteratura, con attenzione all’applicazione dei metodi della semiologia della cultura al medioevo romanzo e alla dinamica delle relazioni fra differenti “livelli di cultura” nella società (nella fattispecie medievale) e le sue modalità di manifestazione nei testi letterari.

Questo libro tratta di nodi di cui è difficile sottacere l’importanza. Il riso, una capacità propria ed esclusiva della specie umana; il riso che, associato a un’altra facoltà tipicamente umana, il linguaggio articolato, transita nel comico, nell’insieme di procedimenti atti a suscitarlo. L’importanza della sessualità per definire i lineamenti di una cultura – con gli annessi comportamenti prescritti o proscritti, ammessi o interdetti, in pubblico e in privato, fra intimi o fra estranei – motiva il territorio, cangiante e di estensione variabile, dell’osceno, nelle cui molteplici manifestazioni è riconoscibile un’aria di famiglia. Il sacro, colto nei testi della letteratura medievale e sotto la forma della religione, insieme istituzione, linguaggio, ideologia e rito. Ma il riso, al pari dell’osceno, può fare capolino fra i comportamenti e le rappresentazioni proscritte e interdette dal territorio sacro, eppure in qualche modo coinvolto, come la sfera sessuale del pari, in quanto latore di una potenza parallela. Sono proprio le intersezioni inattese, gli attraversamenti pericolosi, fra questi tre complessi, il comico, il sacro, l’osceno, che specialmente percorrono questo libro, perché è proprio nelle zone di passaggio, di confine, di incrocio, che si verificano quei fenomeni in grado di riconfigurare le norme, i comportamenti, le aspettative, i pregiudizi del mondo ordinario, illuminando con nuove luci e prospettive quanto una cultura dà per scontato. E dove la mente moderna indaga accorda disunisce, la civiltà medievale ci impone di rimescolare di nuovo ciò che riteniamo distinto una volta per tutte. del conflitto.