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ELVIRA MUJčić

LA BUONA CONDOTTA

«una storia emozionante dove i personaggi combattono per sfuggire il destino che la Storia, la politica o i benpensanti disegnano per loro.»

introducono Carla Carotenuto e Michela Meschini

in collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Macerata

QUANDO

4 maggio | 11,30

DOVE

AULA SHAKESPEARE
PALAZZO UGOLINI
CORSO CAVOUR

COME

Ingresso libero senza prenotazione fino ad esaurimento posti

Elvira Mujčić è una scrittrice e traduttrice italo-bosniaca. Laureata in Lingue e Letterature straniere. Il suo ultimo romanzo “La buona condotta” si svolge all’indomani dell’indipendenza del Kosovo in un piccolo paese al confine, una storia emozionante dove i personaggi combattono per sfuggire il destino che la Storia, la politica o i benpensanti disegnano per loro. Prima di questo ha pubblicato “Al di là del Caos“, “E se Fuad avesse avuto la dinamite“, “La lingua di Ana“, “Dieci prugne ai fascisti” (Elliot edizioni, 2016). Ha tradotto in italiano “Il letto di Frida” di Slavenka Drakulić (Baldini Castoldi Dalai), “Il nostro uomo sul campo” di Robert Perišić (Zandonai editore) e “Il dono d’addio” di Vladimir Tasić (Zandonai editore). Ha curato la traduzione del cartone animato “Draw not War” e del documentario “La periferia del nulla” di Zijad Ibrahimović (Ventura Film). È coautrice dello spettacolo teatrale “Ballata per un assedio” debuttato al Festival Teatrale Borgio Verezzi (2010). Per Chiassoletteraria 2013 ha scritto lo spettacolo “I quaderni di Nisveta“.

All’indomani dell’indipendenza del Kosovo, in un piccolo paese sul confine si tengono le elezioni per il sindaco. Gli albanesi sono 1362, i serbi 1177. Cosa accade se a essere eletto è un serbo che vuole andare d’accordo con gli albanesi? Succede che a Belgrado non va per niente bene, e mandano un nuovo sindaco che continui a soffiare sul fuoco della rivalità etnica. Il suo arrivo non porta solo scompiglio politico, ma stravolge le vite dei protagonisti. Quella di Miroslav, il sindaco eletto, forse nato nell’angolo sbagliato del pianeta, visto che detesta i toni accesi ed è terrorizzato dai conflitti. Quella di Nebojša, spedito dalla capitale per fare l’antagonista obbediente e salvarsi da un passato pieno di ombre, e ch invece fa deflagrare gli ingranaggi di un sistema assurdo. Quella di Ludmila, la ragazza che credeva nell’amore e per questo era stata considerata pazza, Ludmila che si difende dalla realtà mandando a memoria le vite degli altri e inventando filastrocche. A partire da un fatto realmente accaduto, Elvira Mujcic dà vita a una storia emozionante dove i personaggi combattono per sfuggire il destino che la Storia, la politica o i benpensanti disegnano per loro. Il passato recente, la guerra mai capita e mal conclusa, i rancori e le manipolazioni pesano su di loro, che però lottano per rimanere fedeli a sé stessi. Mostrandoci così che un futuro migliore può sempre sorgere anche nelle condizioni più avverse, grazie a singoli uomini e donne, a dispetto dei governi. Ecco cosa non gli piaceva della trappola del passato: l’impossibilità di trasformare, perdere, rinnegare. E magari persino guarire. Oppure la sventura non è il passato in sé, nemmeno il modo in cui viene raccontato, il guaio in fondo sono le orecchie che ascoltano.