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MICHELA MARZANO

STIRPE E VERGOGNA

introduce LOREDANA LIPPERINI

Un appassionato incontro sull’identità, la memoria, la potenza carsica delle relazioni e la necessità di non smettere mai di interrogarci, per evitare di commettere gli stessi errori del passato.

al termine dell’incontro brindidi con l’autrice

QUANDO

8 maggio | 12:00

DOVE

GALLERIA ANTICHI FORNI

COME

ingresso libero
senza prenotazione


Michela Marzano scrittrice e filosofa, vive a Parigi dal 1999, dove è arrivata dopo un dottorato di ricerca in Filosofia alla Normale di Pisa con Remo Bodei. A 36 anni ha ottenuto l’abilitazione come professoressa universitaria, e attualmente è direttrice del Dipartimento di Scienze Sociali (SHS – Sorbona) e professore ordinario di filosofia morale presso l’università Paris Descartes.
Fra gli ambiti di ricerca di cui Marzano si occupa o si è occupata, ricordiamo quelli del corpo e del suo statuto etico, l’etica sessuale e l’etica della scienza medica, la filosofia morale specialmente in relazione alle sue implicazioni teoriche nelle norme di comportamento. Dirige una collana di saggi filosofici per le Edizioni PUF. Numerose sono le sue pubblicazioni sia in lingua francese che in italiano di cui gli ultimi tre sono:  L’amore che mi resta, Einaudi (2017), Idda, Einaudi (2019), Stirpe e vergogna , Rizzoli (2021) con il quale è entrata nella dozzina del Premio Strega 2022.

Michela Marzano intreccia il passato familiare alle pagine più controverse della storia del nostro Paese. Michela non sapeva. Per tutta la vita si è impegnata a stare dalla parte giusta: i fascisti erano gli altri, quelli contro cui lottare. Finché un giorno scopre il passato del nonno, fascista convinto della prima ora. Perché nessuno le ha mai detto la verità? Era un segreto di cui vergognarsi oppure un pezzo di storia inconsciamente cancellato? “Sono stata pure io complice di questa amnesia?” si chiede Michela dopo aver ritrovato una vecchia teca piena di tessere e medaglie del Ventennio. Inseguendo il filo teso attraverso le vicende della sua famiglia, tra il nonno Arturo e il nipotino Jacopo, l’autrice ridisegna il percorso che l’ha resa la donna che è oggi, costellato di dubbi e riflessioni: il rapporto complicato con la maternità, il legame tra sangue, eredità e memoria, e quel passato con cui l’Italia non ha mai fatto davvero i conti. Il risultato è uno spietato autoritratto che va molto al di là del dato personale.