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PASCAL LA DELFA

IL NON MANUALE DELL’OPERATORE DI TEATRO SOCIALE

« la storia di una ricerca avvincente e convincente è sempre una storia d’amore, questo amore è il teatro »

introduce Alessandro Seri

in collaborazione con Seri Editore

QUANDO

30 aprile | 17,30

DOVE

SALA CASTIGLIONI
BIBLIUOTECA MOZZI BORGETTI

COME

Ingresso libero senza prenotazione fino ad esaurimento posti

Pascal La Delfa regista, formatore e autore, ha studiato teatro seguendo gli insegnamenti del grande maestro e pedagogo Orazio Costa Giovangigli, nonché con artisti come Dario Fo e Marcel Marceau. Ha studiato inoltre presso Scienze Politiche, Scienze dell’educazione e della formazione in una società multiculturale, D.A.M.S., nonché come “art counselor” specializzato in linguaggi artistici e multimediali. È stato autore per la RAI, sceneggiatore di fumetti e cortometraggi. Si occupa di teatro nel sociale dagli anni Novanta. Nel 2007 l’E.t.i. (Ente Teatrale Italiano) gli dà il patrocinio per la prima scuola italiana per Operatori di Teatro nel Sociale. Collabora, come esperto esterno per varie Università italiane e per aziende internazionali come Filmmaster events. Nel 2020 ha ricevuto la medaglia del Presidente della Repubblica Italiana per la manifestazione “Generare Arte Sociale”.Fiabe e leggende delle Marche” (Newton Compton Editori, 2009) con introduzione di Sanzio Balducci, (Università di Urbino); “Segreti e Storie popolari delle Marche” (Newton Compton Editori, 2011), con Prefazione di Marcello Verdenelli (Università di Macerata; “L’uovo di Cavalla” (Zefiro Editore, 2019), con prefazione di Allì Caracciolo (Università dì Macerata) con questo libro ha ottenuto il Marchio nazionale Microeditoria di Qualità, 2020. Per la sua intensa attività di studioso e di ricercatore ha avuto premi e riconoscimenti.

“La storia di una ricerca avvincente e convincente è sempre una storia d’amore. Soltanto nell’amore c’è energia bastante per affrontare quel viaggio di conoscenza che prima di essere ragionamento è vita. In questo lavoro Pascal La Delfa ci racconta la sua storia d’amore per il teatro: per una forma che questa realtà può assumere, e che, se anche non è la prima che la parola teatro evoca, ne è forse la sua espressione più naturale.” (Gilberto Scaramuzzo)