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GIORGIOMARIA CORNELIO

FOSSILI DI RIVOLTA. IMMAGINAZIONE E RINASCITA

« un bosco della memoria, una creatura meticcia, un tentativo di confronto non pacificato con i dibattiti più urgenti che attraversano il “contemporaneo”»

al termine brindisi con l’autore

QUANDO

4 maggio | 12,00

DOVE

GALLERIA ANTICHI FORNI

COME

Ingresso libero senza prenotazione fino ad esaurimento posti

Giorgiomaria Cornelio: è nato a Macerata nel 1997. E’ poeta, scrittore, regista, curatore del progetto “Edizioni volatili” e redattore di “Nazione indiana”. Ha co-diretto insieme a Lucamatteo Rossi la “Trilogia dei viandanti” (2016-2020), presentata in numerosi festival cinematografici e spazi espositivi. Suoi interventi sono apparsi su «L’indiscreto», «Doppiozero», «Antinomie», «Il Tascabile Treccani» e altri. Ha pubblicato “La consegna delle braci” (Luca Sossella editore, Premio Fondazione Primoli, Premio Bologna in Lettere) e “La specie storta” (Tlon edizioni, Premio Montano, Premio Gozzano Under 30). La traduzione di Moira Egan di alcune sue poesie scelte ha vinto la Raiziss/de Palchi Fellowship della Academy of American Poets. È il direttore artistico della festa della poesia i fumi della fornace.

Siamo sempre stati queer? L’agricoltura è un virus? Gli dei sono migrati su Internet? Queste sono solo alcune delle domande esplorate da Giorgiomaria Cornelio nel suo viaggio attraverso le epoche. Un libro che è un bosco della memoria, una creatura meticcia, un tentativo di confronto non pacificato con i dibattiti più urgenti che attraversano il “contemporaneo”. Lungo questo percorso si ritroveranno discussioni del nostro panorama culturale, dalla rete ai social network alla “gnosiverde” delle piante, intrecciate a conoscenze in apparenza remote, come il diritto romano, la storia dei processi agli animali, il Medioevo fantastico. Inseguendo la vita metamorfica e “depravata” delle immagini, Cornelio invita a ripensare l’umano non a capo della magnitudine terrestre, ma in rapporto con essa. Un libro selvatico, di erbacce e fioriture percettive, per imparare a rinascere attraverso l’immaginazione.