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MARCO DAMILANO

SFIDE PRESIDENZIALI
IL PRESIDENTE

introduce Vincenzo Varagona

Il racconto segreto della Repubblica attraverso le battaglie intorno al Quirinale. Damilano rivela i codici nascosti e le congiure di Palazzo, intreccia le storie dei presidenti dal dopoguerra ad oggi. Fino ad arrivare a Sergio Mattarella e all’ombra di Mario Draghi sul Quirinale. Il tredicesimo capitolo di un Romanzo italiano.

QUANDO

5 maggio | 21:15

DOVE

TEATRO LAURO ROSSI

COME

ingresso gratuito
con ritiro obbligatorio
del biglietto presso:

la biglietteria dello Sferisterio in Piazza Mazzini da sabato 30 aprile
Orari di apertura della Biglietteria dello Sferisterio:
dal martedì al sabato ore 9-12 e ore 17,30-19,30

in Teatro il giorno dell’incontro a partire dalle ore 17,00 fino alle ore 19,30


Marco Damilano è una delle migliori firme del giornalismo italiano. Si è laureato in storia contemporanea presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università La Sapienza di Roma, con una tesi su televisione italiana e politica negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento. In seguito ha conseguito un dottorato di ricerca in Storia dell’Italia contemporanea presso l’Università degli Studi Roma Tre. Partecipa alla trasmissione “Propaganda Live” su La7 ed è opinionista dei programmi politici di La7. Tra le sue ultime pubblicazioni ricordiamo: Eutanasia di un potere. Storia politica d’Italia da Tangentopoli alla Seconda Repubblica (Laterza, 2012); Chi ha sbagliato più forte. Le vittorie, le cadute, i duelli dall’Ulivo al Pd (Laterza, 2013); La Repubblica del selfie. Dalla meglio gioventù a Matteo Renzi (Rizzoli, 2015); Processo al nuovo (Laterza, 2017); Un atomo di verità. Il caso Moro e la fine della politica in Italia (Feltrinelli 2018). Ha curato Missione incompiuta. Intervista su politica e democrazia di Romano Prodi (Laterza, 2015). Nel 2022 si è dimesso dalla carica di direttore del settimanale Espresso, criticando l’intenzione della proprietà, gruppo GEDI, di vendere la testata.

Timidi o estroversi, rispettosi dei loro limiti o interventisti. In 75 anni di storia il presidente della Repubblica è stato di volta in volta garante, notaio, arbitro, ma anche un monarca a tempo, con la sua corte e i suoi intrighi. Il Quirinale è circondato da leggende nere e dall’ambizione di occuparlo che tenta tutti i principali leader. Le elezioni del presidente sono segnate, o precedute, da trattative segrete, tradimenti, scandali, interventi di poteri esterni ai grandi elettori che lo votano (ieri la Chiesa e la massoneria, gli Usa e l’Urss, oggi i social e l’Europa), perfino stragi (piazza Fontana, il rapimento e l’omicidio di Moro, l’eliminazione del giudice Falcone a Capaci). Nella lunga corsa sotterranea può capitare che i cavalli di razza vengano azzoppati mentre sono in vista del traguardo e che dal nulla spunti l’outsider. Per questo il conclave laico che porta all’elezione di un presidente della Repubblica, con le sue regole oscure, è un gioco imprevedibile e crudele, che racconta molto del nostro Paese, il Deep State italiano, in gran parte sconosciuto. Oggi più che mai. Con il venir meno dei partiti, in una società frammentata e ansiosa, il presidente è sempre di più il centro su cui ruotano tutti gli altri poteri, politici e economici, interni e internazionali. È il punto di equilibrio, chiamato a intervenire per evitare il collasso del Sistema, è la risposta alla crisi della nostra democrazia, ma rischia di essere anche la sua massima espressione.