
GIORGIO ZANCHINI
LA BIBLIOTECA DEGLI INDECISI
Le illusioni? E come potremmo vivere senza?
« gli indecisi che piacciono all’autore sono quelli che si sentono fuori posto, trovano tutto troppo complesso e sospendono il giudizio, prudenti e anche consapevoli che le decisioni sono una semplificazione che non basta quasi mai »
introduce Francesco Rapaccioni
incontro valido come formazione per insegnanti e educatori
accreditato dal Museo della scuola P.O. Ricca – UNIMC
QUANDO
3 maggio | 18:30
DOVE
TEATRO DELLA FILARMONICA
COME
ingresso libero senza prenotazione fino ad esaurimento posti

Giorgio Zanchini: giornalista, saggista e conduttore di Quante Storie e di Rebus su RAI 3 e di Radio anch’io su Radio Rai. Insieme a Lella Mazzoli, dirige il Festival del giornalismo culturale di Urbino e Fano. Tra gli ultimi suoi libri ricordiamo: Sotto il radioso dominio di Dio (Marsilio), La cultura orizzontale (Laterza), Esistono gli italiani? Indagine su un’identità fragile (Rai Libri). Arriva a Macerata con il suo ultimo lavoro: La libreria degli indecisi. Letture che ci insegnano il coraggio di non scegliere (Mondadori).

A cosa servono i libri? A cosa servono i personaggi, le storie, le parole?
Servono a innumerevoli scopi, fra cui apprendere, pensare e intrattenerci, aprire nuovi orizzonti, farci ridere o piangere. Ma servono anche a farci “sentire meno soli, o almeno capiti”, come confessa Giorgio Zanchini, divulgatore culturale di libri e letture. La voce di Radio anch’io su Rai Radio 1 e il volto di Quante storie su Rai 3 ci regala un’appassionata incursione nella personalissima biblioteca di casa sua, presentando i libri e i personaggi che più hanno segnato la sua esistenza quando era un giovane uomo in piena fase dell'”inappartenenza”. Pur avendone letti e amati molti, Zanchini ha scoperto che ad animare i suoi livres de chevet ci sono quasi sempre personaggi marchiati a fuoco da un unico demone: l’indecisione. Gli indecisi che piacciono all’autore sono quelli che si sentono fuori posto, trovano tutto troppo complesso e sospendono il giudizio, prudenti perché molto sanno o molto hanno vissuto, e quindi anche consapevoli che le decisioni sono una semplificazione che non basta quasi mai. Nel suo pantheon degli indecisi, Zanchini parte da Karl Rossmann, protagonista di America di Kafka, e precisamente dalla scena in cui prende il treno per entrare a far parte del circo di Oklahoma, ponendo fine alla sua indecisione esistenziale per essere finalmente accolto nella “calda vita”. Prosegue poi toccando Hemingway, Svevo, Proust, Montale, Magris, ma anche Bob Dylan o Bruce Springsteen, un composito gruppo di artisti che con poche, esatte parole fanno venir voglia di scappare di casa, lavorare per la ferrovia, sposare una zingara.