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ALESSANDRO COLOMBO

L’ILLUSIONE DELLA PACE

« gli scenari geopolitici attuali decretano la fine dell’illusione di pace che avevamo cullato dalla fine della Guerra fredda. Da qui l’urgenza di chiedersi come sia stato possibile ricadere in questa condizione e come cambia l’ordine internazionale »

introduce Mauro Gentili

incontro valido come formazione per avvocati

con il patrocinio di

QUANDO

4 maggio | 18:30

DOVE

BIBLIOTECA DELLA FILARMONICA
Via Gramsci

COME

ingresso libero senza prenotazione fino ad esaurimento posti

Alessandro Colombo: docente di Relazioni internazionali nel dipartimento di Studi internazionali, giuridici e storico-politici dell’Università degli Studi di Milano e responsabile del Programma Relazioni Transatlantiche presso l’Istituto di Studi Politici Internazionali (Ispi). È autore di vari saggi sugli aspetti concettuali delle relazioni internazionali e sulle specificità dei problemi di sicurezza regionale in Europa. Tra le sue principali pubblicazioni: La disunità del mondo (2014); Guerra civile e ordine politico (2021); e il suo ultimo saggio Il suicidio della pace (2025), dove analizza il fallimento e il collasso dell’ordine e della convivenza internazionale.

Dopo quasi quarant’anni dalla fine della Guerra fredda, la guerra è tornata dalla periferia al centro del sistema internazionale, costringendo l’Europa e il mondo a confrontarsi persino con il rischio di uno scontro diretto tra grandi potenze. Questo disincanto è il segno per eccellenza del collasso dell’ordine internazionale: un collasso che investe i rapporti diplomatici, le istituzioni internazionali, la globalizzazione economica e le norme fondamentali della convivenza internazionale – a cominciare da quelle sull’uso e sui limiti dell’uso della forza. Da qui, allora, l’urgenza di chiedersi come sia stato possibile ricadere in questa condizione, dopo le illusioni e l’euforia di soli trent’anni fa. Rinunciando come prima cosa a contrapporre una presunta età dell’oro dell’apertura e dell’ottimismo a una regressione nella chiusura e nel risentimento. E riconoscendo come, in realtà, la condizione attuale sia in larga parte figlia delle forzature, delle amnesie e dei veri e propri errori che l’ordine internazionale liberale ha accumulato già a partire dalla sua fondazione.