fbpx

DARIA BIGNARDI

OGNI PRIGIONE È UN’ISOLA
L’illusione è necessaria

« il carcere lo odiano tutti. Alcuni amano il carcere degli altri, per così dire: rivolgendo lo sguardo al carcere lo si rivolge al cuore della società.
Un libro personale, in cui ogni cosa – ritratti, riflessioni, cronaca, ricordi – è cucita assieme dalla sapiente scrittura dell’autrice »

introduce Sergio Labate

incontro valido come formazione per avvocati
con il patrocinio dell’Ordine degli Avvocati di Macerata

in collaborazione con

con il patrocinio del

QUANDO

4 maggio | 21:15

DOVE

CINEMA ITALIA

COME

ingresso libero senza prenotazione fino ad esaurimento posti

Daria Bignardi: scrittrice e giornalista, tra le sue ultime pubblicazioni ricordiamo: L’acustica perfetta, Storia della mia ansia, Oggi faccio azzurro e Libri che mi hanno rovinato la vita, tutti grandi successi editoriali tradotti in molte lingue. È stata conduttrice delle celebri trasmissioni televisive: Le invasioni Barbariche, L’era Glaciale e L’Assedio. Torna a Macerata Racconta con il suo ultimo saggio Ogni prigione è un’isola (Mondadori), nel quale rivolge lo sguardo al cuore della società cucendo con la sua sapiente scrittura ritratti, riflessioni, cronaca e ricordi.

«So come vanno le cose col carcere» scrive, «il carcere lo odiano tutti. Alcuni amano il carcere degli altri, per così dire»: parlarne è un gesto inevitabilmente politico, perché rivolgendo lo sguardo al carcere lo si rivolge al cuore della società, ma questo è anche e prima di tutto un libro personale, in cui ogni cosa – ritratti, riflessioni, cronaca, ricordi – è cucita assieme dalla scrittura limpida e coinvolgente di Daria Bignardi.
«Il carcere è come la giungla amazzonica, come un paese in guerra, un’isola remota, un luogo estremo dove la sopravvivenza è la priorità e i sentimenti primari sono nitidi»: forse è per questo che, da narratrice attratta dai luoghi dove “l’uomo è illuminato a giorno”, Daria Bignardi trent’anni fa è entrata per la prima volta in un carcere. Da allora le prigioni non ha mai smesso di frequentarle: ha collaborato con il giornale di San Vittore, portato in tv le sue conversazioni coi carcerati, accompagnato sua figlia di tre mesi in parlatorio a conoscere il nonno recluso, è rimasta in contatto con molti detenuti ed è tuttora un “articolo 78”, autorizzata cioè a collaborare alle attività culturali che si svolgono in carcere. Ha incontrato ladri, rapinatori, spacciatori, mafiosi, terroristi e assassini, parlato con agenti di polizia penitenziaria, giudici, direttori di istituto. Per scrivere di quel mondo si è ritirata per mesi su un’isola piccolissima: Linosa. Ma il carcere l’ha inseguita anche lì. E gli incontri e la vita sull’isola sono entrati in dialogo profondo con le storie viste e ascoltate in carcere. Bignardi ci racconta il suo viaggio nell’isolamento e nelle prigioni, anche interiori, con la voce unica con cui da sempre riesce a trasportarci al centro delle esperienze, partendo da sé, mettendosi in gioco, così come ha fatto la mattina del 9 marzo 2020 in un video girato di fronte a San Vittore, mentre alcuni detenuti salivano sul tetto unendosi alle rivolte che stavano scoppiando in molte carceri italiane. In seguito a quegli eventi sarebbero morte tredici persone recluse.