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FRANCESCO PICCOLO

SON QUI: M’AMMAZZI
L’illusione del “maschio

I personaggi maschili nella letteratura italiana.
« Se l’impressione che abbiamo degli uomini è che siano potenti, arroganti, violenti, egoisti e famelici, allora, di questi uomini, ve ne sarà traccia anche nelle opere chiave della nostra letteratura, quelle che hanno in qualche modo contribuito a consolidare una certa idea di maschio»

introduce Loredana Lipperini

incontro valido come formazione per insegnanti e educatori
accreditato dal Museo della scuola P.O. Ricca – UNIMC

QUANDO

30 aprile | 18:30

DOVE

TEATRO DELLA FILARMONICA

COME

Ingresso libero senza prenotazione fino ad esaurimento posti

Francesco Piccolo: scrittore e sceneggiatore italiano. Nel 2014 ha vinto il Premio Strega con Il desiderio di essere come tutti. Tra gli altri suoi successi editoriali ricordiamo: La separazione del maschio, Momenti di trascurabile felicità, La bella confusione (Premio Giuseppe Tomasi di Lampedusa), Allegro occidentale. Come sceneggiatore ha lavorato con Nanni Moretti, Paolo Virzì, Francesca Archibugi, Silvio Soldini. Per la Tv ha sceneggiato la serie L’amica geniale, tratta dall’omonimo best seller dell’autrice Elena Ferrante. Per la prima volta a Macerata racconta con il suo ultimo libro Son qui: m’ammazzi, una variegata galleria di controversi personaggi maschili della letteratura italiana che hanno tracciato l’idea del “Maschio”

Un saggio d’autore, inaspettato e personale. Francesco Piccolo rilegge tredici capolavori che, con i loro protagonisti, sono entrati nelle nostre vite e hanno segnato in maniera indelebile il nostro immaginario, contribuendo a legittimare il mito della maschilità e la cultura virile.

Se l’impressione che abbiamo degli uomini è che siano potenti, arroganti, violenti, egoisti e famelici, allora, di questi uomini, ve ne sarà traccia anche nelle opere chiave della nostra letteratura, quelle che hanno in qualche modo contribuito a consolidare una certa idea di maschio. A partire dalle fondamenta, dalla settima novella dell’ottava giornata del Decameron, in cui Boccaccio mette in scena la spietata vendetta del giovane scolaro Rinieri, che sbeffeggiato e rifiutato da una avvenente vedova la punisce facendo in modo che non possa più vantare la propria avvenenza. La morale: se si ferisce il maschio non è pena affatto ingiusta essere sfregiate a vita. Come non pensare al nostro presente. E come non pensarci leggendo delle peripezie matrimoniali di Zeno di cui scrive Svevo. Zeno Cosini, arrogante e fragile al tempo stesso, irrazionale che si finge ponderato, ma soprattutto, come ogni uomo che si rispetti, tarlato dal desiderio, che una volta piantato in testa non schioda più e fa compiere i gesti più sciocchi e sconsiderati. E poi ancora l’innominato di Manzoni, il Principe di Salina di Tomasi di Lampedusa, ’Ntoni di Verga, l’Antonio di Brancati, il Milton di Fenoglio e altri maschi, tutti sempre uguali a sé stessi, vigliacchi e furiosi, gelosi e violenti, al centro di romanzi che hanno costruito il canone della letteratura italiana. Perché chi siamo ha a che fare con la famiglia, l’educazione, il mondo dove si cresce, ma anche con i libri che si sono letti.