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Autore di noir e saggi, tradotti in tutto il mondo, sempre in vetta alle classifiche dei best seller. E`stato magistrato alla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e consulente della Commissione parlamentare Antimafia prima di essere eletto Senatore. Al momento di rientrare in servizio, dopo il mandato parlamentare, ha dato le dimissioni dalla magistratura per dedicarsi interamente alla scrittura. Ha inventato il popolarissimo personaggio dell’avvocato Guido Guerrieri a cui è stata dedicata anche una serie televisiva di successo. Vincitore di numerosi premi e secondo al premio Strega nel 2012, torna a Macerata Racconta con un doppio appuntamento: il suo ultimo libro L’estate fredda, edito da Einaudi e l’incontro con Glauco Giostra sui limiti e gli orizzonti della giustizia.

L’epopea sanguinosa di una mafia stracciona e letale. Una storia dal ritmo perfetto in cui Gianrico Carofiglio combina fatti realmente accaduti, personaggi memorabili, travolgente invenzione narrativa.

Siamo nel 1992, tra maggio e luglio. A Bari, come altrove, sono giorni di fuoco, fra agguati, uccisioni, casi di lupara bianca. Quando arriva la notizia che un bambino, figlio di un capo clan, è stato rapito, il maresciallo Pietro Fenoglio capisce che il punto di non ritorno è stato raggiunto. Adesso potrebbe accadere qualsiasi cosa. Poi, inaspettatamente, il giovane boss che ha scatenato la guerra, e che tutti sospettano del sequestro, decide di collaborare con la giustizia. Nella lunga confessione davanti al magistrato, l’uomo ripercorre la propria avventura criminale in un racconto ipnotico animato da una forza viva e diabolica; da quella potenza letteraria che Gadda attribuiva alla lingua dei verbali. Ma le dichiarazioni del pentito non basteranno a far luce sulla scomparsa del bambino. Per scoprire la verità Fenoglio sarà costretto a inoltrarsi in quel territorio ambiguo dove è piú difficile distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Ambientato al tempo delle stragi di Palermo, L’estate fredda offre uno sguardo pauroso sulla natura umana, ma ci regala anche un protagonista di straordinaria, commovente dignità. E, alla fine, un inatteso bagliore di speranza.

«Fenoglio sapeva benissimo che quel caso lo avrebbe ossessionato fino a quando non fossero riusciti a risolverlo. Il problema era: non esisteva nessuna certezza che sarebbero riusciti a risolverlo. Non esiste mai».