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Baroncelli

Ravennate, classe 1944, Eugenio Baroncelli vince nel 2011 il Premio Mondello con Mosche d’inverno. 271 morti in due o tre pose. Roberto Saviano di lui dice: “I suoi libri sono una delizia. Uso questo termine, sicuramente improprio, per rendere in sintesi il piacere di leggere ciò che scrive”, mentre Stefano Salis lo definisce “sfacciatamente bravo, raffinatissimo letterato, instancabile ricercatore di trame e vite sottili”. Con Sellerio ha pubblicato Libro di candele. 267 vite in due o tre pose, Falene. 237 vite quasi perfettePagine bianche. 55 libri che non ho scritto. Torna quest’anno a Macerata Racconta per presentare il suo ultimo sorprendente libro Gli incantevoli scarti. Cento romanzi in cento parole, un compendio di piccoli grandi romanzi.

IL LIBRO
Copertina-BaroncelliOgni libro di Baroncelli è una sorpresa, uno scrigno in cui la biblioteca e la memoria dell’autore si mescolano dando luogo a opere straordinarie. Ora è la volta dei romanzi, raccolti in numero di cento; sono opere essenziali e tutto ciò che è superfluo è stato tolto. E tagliando e limando, ne rimane l’essenza, il senso autentico, racchiuso in cento parole. C’è una sola specie di scrittori, sostiene Baroncelli, “quella che sfida la tentazione di scrivere e quasi sempre, per vanità o perché resistere a una tentazione non fa che alimentarla, perde”. Amante delle classificazioni Baroncelli divide i suoi cento romanzi in varie sezioni, andiamo così dai romanzi epistolari, ai diletti delitti, ai ritratti romanzeschi di vite vere, ai romanzi postumi, alle avventure di viaggio. Esercizio letterario? No, è la biblioteca universale di Baroncelli che trova un altro modo di coniugarsi. In uno di questi cento romanzi in cento parole Eugenio Baroncelli traccia un pezzo di autobiografia: “Si immischiò in molte vite per sbarazzarsi della sua”.