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GIUSEPPE BOMMARITO

LA LEGGENDA DEL SANTO ERGASTOLANO

introducono Carmelo Musumeci, Lina Caraceni

attraverso le vicende del personaggio Rocco Russo, affiliato a una cosca mafiosa, Bommarito affronta il delicato tema dell’ergastolo ostativo, ovvero perpetuo, senza fine e senza speranza.

incontro valido come formazione per avvocati
Patrocinio dell’Ordine degli Avvocati di Macerata

QUANDO

4 maggio | 18:30

DOVE

TEATRO DELLA FILARMONICA

COME

ingresso libero
senza prenotazione


Giuseppe Bommarito è un avvocato libero professionista, cassazionista, contitolare dello Studio Legale Associato Bommarito/Maroni di Macerata.
E’ presidente del Club Alpino di Macerata dal 1983 al 1986 e della Delegazione Regionale Marche del Club Alpino dal 1990 al 1992.
Presidente, dall’ottobre 2009, dell’associazione onlus “Con Nicola, oltre il deserto di indifferenza”, fondata dopo la morte per overdose da eroina del proprio figlio Nicola in data 22 giugno 2009. E’ autore di numerosi libri e articoli centrati sulla tossicodipendenza e sui necessari interventi preventivi, repressivi e terapeutici. Inoltre, è promotore e organizzatore di convegni in materia con la propria associazione, ed anche in sinergia con il giornale Emmaus, con l’Anffas di Macerata, con il Dipartimento Dipendenze Patologiche di Macerata e Camerino.

Dopo l’uccisione del padre da parte di una cosca mafiosa rivale, Rocco Russo decide di entrare nella “famiglia” di Giuseppe Giacomo Gambardino, detto “Funcia”, capo del clan di San Lorenzo, di cui diviene presto il braccio destro. Negli anni Rocco riesce parzialmente a nascondere, anche alla moglie Sara, l’intensa attività criminale che lo vede sempre più coinvolto, fino all’arresto e alla condanna all’ergastolo. Il libro si articola in due parti, la prima narrativa, e la seconda, molto più intima, di tipo epistolare. Con una prosa nitida ed elegante, a tratti cruda e spietata, altrove densa e toccante, l’autore esplora il tema attualissimo dell’ergastolo ostativo, ovvero perpetuo, senza fine e senza speranza, che di fatto si traduce in una pena di morte a lento rilascio per tutti quei condannati che, per vari motivi, non sempre censurabili, non vogliono collaborare con la giustizia. Un regime detentivo terribile, introdotto in via temporanea nel ’92, ma poi prorogato sino al 2002 e infine reso permanente dal legislatore. Nel maggio 2021 si è pronunciata la Corte Costituzionale, concedendo un anno di tempo al legislatore per eliminare l’ergastolo ostativo o correggerlo.