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DiPaoloGiovane autore romano, ha esordito nel 2003 entrando tra i cinque finalisti nazionali del Premio Campiello Giovani. Da allora, ha curato per diverse case editrici libri-intervista e antologie di importanti autori come Dacia Maraini, Andrea Camilleri Melania Mazzucco Emanuele Trevi Indro Montanelli e Antonio Tabucchi. Nel 2011 è uscito Dove eravate tutti (Feltrinelli), vincitore di diversi premi. Sempre per Feltrinelli, ha pubblicato Mandami tanta vita, classificatosi terzo al Premio Strega 2013 e vincitore del Premio Salerno Libro d’Europa e del Premio Fiesole. Collabora con il supplemento Domenica del Sole 24 Ore, con il Venerdì di Repubblica, con le pagine culturali de L’Unità, con la rivista Nuovi Argomenti. A Macerata Racconta presenterà il suo racconto ispirato a Leopardi bambino, Giacomo il signor bambino edito da Rrose Sélavy e il suo nuovo romanzo Una storia quasi solo d’amore.

DiPaolo-GiacomoilsignorbambinoGiacomo il signor bambino
Giacomo Leopardi, da bambino, era un vivacissimo regista e attore. Eccolo allora – in questo spassoso e poetico racconto – nel ruolo di un eroe greco, che comanda gli eserciti e non ha paura di nessuno. Oppure nella parte di un pastore che non smette mai di camminare, camminare, camminare.
E c’è il teatro con i burattini scansafatiche, che il signor bambino vuole svegli per andare a combinare qualche scherzetto.
E c’è la storia esilarante dell’insopportabile minestra che rattrista la tavola, e quindi Giacomo ne organizza una delle sue, con la complicità del fratello Carlo e della sorella Paolina. E c’è un cassetto magico, che usa il cuoco di famiglia, con dentro…
Giacomo ha sei nomi (lo sapevate?), uno per ogni giorno della settimana, dalla domenica al venerdì. Dal sabato sera si può stare senza nome, che è un po’ come togliersi la maglietta per correre sotto al sole nei pomeriggi d’estate. E inventare storie fiabesche e avventurose, aprendo soprattutto quel particolare cassetto.

Una storia quasi solo d’amore
Di paolo-UnastoriaquasisolodamoreSi incontrano una sera di ottobre, davanti a un teatro. Lui, rientrato da Londra, insegna recitazione a un gruppo di anziani. Lei lavora in un’agenzia di viaggi. Dal fascino indecifrabile di Teresa, Nino è confuso e turbato. Starle accanto lo costringe a pensare, a farsi e a fare domande, che via via acquisiscono altezza e spessore. Al di là dell’attrazione fisica, coglie in lei un enorme mistero, portato con semplicità e scioltezza. L’uno guarda l’altra come in uno specchio, che di entrambi riflette e scompone le scelte, le ambizioni, le inquietudini. Tanto Nino è figlio del suo tempo (molte passioni spente, nessuna tensione ideologica), tanto Teresa, con il suo segreto, sembra andare oltre. Ostaggi di un mondo invecchiato, si lanciano insieme verso un sentimento nuovo, come si trattasse di un patto, di una scommessa. Accade sotto lo sguardo lungo e partecipe di Grazia, zia di Teresa e insegnante di teatro di Nino, attor giovane allo sbando. Proprio mentre crescono l’attesa e il desiderio, Grazia esce di scena, creando una sorta di “dopo” che rilegge l’intera vicenda di Nino e Teresa, il loro cercarsi là dove sono più profondamente diversi.