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Campetti

Loris Campetti entra nel mondo del giornalismo sul finire degli anni ’70, dirigendo per circa dieci anni la redazione torinese de il manifesto. Negli anni successivi lavora come inviato per le questioni europee, caposervizio dell’economia e caporedattore. Esperto di relazioni industriali ha pubblicato il libro Non Fiat. Come evitare di svendere l’Italia (Cooper, 2002) e Ilva connection (Editore Manni, 2013), un’inchiesta sulla ragnatela di corruzioni, omissioni, colpevoli negligenze e sul “sistema Riva” (Editore Manni 2013). Collabora saltuariamente con RAI Radio3.

Non ho l’età
Perdere il lavoro a cinquant’anni (Manni Editore)
Campetti-nonholetaCosa significa trovarsi a 50 anni senza un lavoro perché delocalizzano la fabbrica, o tagliano il personale, o l’azienda fallisce? Come si sopravvive se si è troppo giovani per la pensione e troppo vecchi per riuscire a ricollocarsi, con i figli ancora a scuola e un mutuo da pagare?
Loris Campetti scrive un reportage viaggiando per l’Italia e raccogliendo nove storie emblematiche di una generazione di lavoratori dimenticati, invisibili: c’è la Ottana in Sardegna e l’amianto di Avellino, la Merloni di Fabriano e l’Eutelia di Roma, ci sono le storie di una grafica e di un direttore di teatro toscani, le coop rosse emiliane, gli indiani del Reggiano, c’è l’occhialeria del Veneto.
Ci sono, soprattutto, delle donne e degli uomini: ognuno racconta la propria storia, e Campetti ne spiega il contesto territoriale e lavorativo.
Scrive l’autore: “Via via che prendevo appunti nel mio block notes mi sono rafforzato nell’idea antica della centralità del lavoro nella vita delle persone, perché quando il lavoro viene meno non è dell’assistenza che si va in cerca, bensì della dignità. Cioè del lavoro. Un lavoro irrobustito dai diritti, per non tornare alla schiavitù, come ci ricorda un’indiana del Punjab arrivata nella Pianura padana per mettere etichette alle nostre t-shirt griffate, mungere le nostre mucche e strigliare i nostri cavalli.”