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La mutazione è forma che cambia, sostanza che si rinnova, elemento che predispone a.
E’ la base, la condicio sine qua non, affinché esista una qualche forma di evoluzione. Fisica, psicologica, culturale, sociale, persino politica. Questo da sempre. Ma come ogni parola del contemporaneo, anche mutazione si è modificata. Ha dentro di sé movimento e stasi.
Se da un lato si cambia tutto, la macchina, lo skyline di una città, le abitudini, i confini geografici, persino le facce e i corpi (e non solo per il trascorrere del tempo), dall’altro sembra farsi avanti una filosofia nuova figlia di tutte le mutazioni precedenti. Quella del recupero, del riciclo. Riadattare, aggiustare, conservare, mantenere. E’ l’altro lato della medaglia. Siamo in un momento storico dove entrambe le spinte sono forti e sebbene il mondo globalizzato e in perenne tensione prema verso una direzione, l’uomo, solo e minuscolo, tende autonomamente verso l’altra. Si gioca qui la partita verso un futuro aperto, nella capacità di accettare il cambiamento e di favorirlo e nell’abilità di mantenere e riscoprire ciò che invece merita di restare. Il suolo, l’acqua, le nostre rughe. Le eccellenze, la letteratura e i valori condivisi.

Elisabetta Bucciarelli

per gentile concessione a Macerata Racconta